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ACQUISTI ONLINE E GEOBLOCKING: VERSO NUOVE DISPOSIZIONI EUROPEE A TUTELA DEI CONSUMATORI E DEL MERCATO UNICO DIGITALE
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In vista dell’elaborazione delle imminenti novità legislative nell'ambito della strategia del mercato unico digitale, la Commissione Europea ha recentemente lanciato una consultazione pubblica sul funzionamento delle piattaforme on line che offrono beni e servizi nell’UE e sul geoblocking.
La Commissione intende quindi verificare come funzionano le piattaforme online e come tutti i soggetti interessati entrano in contatto ed interagiscono tra loro, dai gestori dei marketplaces a fornitori e venditori di beni e servizi, dai gestori dei sistemi di pagamento agli stessi consumatori, monitorando i motori di ricerca, i social media, i marketplaces, gli app store, i sistemi di pagamento.
Più specificamente, intende inoltre monitorare il fenomeno del geoblocking, ovvero l’inibizione dell’accesso ai contenuti del web sulla base della collocazione geografia del consumatore e/o alla sua residenza, rilevabile tramite l’indirizzo IP.
Non è raro, infatti, che uno stesso venditore offra i propri beni o servizi attraverso diversi siti web, gli uni destinati ai consumatori del Paese in cui esso stesso ha sede, gli altri ai consumatori di Paesi diversi, applicando però condizioni e prezzi differenti. Può capitare, dunque, che il venditore si rifiuti di accettare l’ordine di acquisto di un consumatore con un indirizzo IP di un Paese diverso o che ne blocchi del tutto l’accesso, reindirizzandolo – anche tramite automatismi - verso un altro sito web, che vende gli stessi beni a prezzi meno convenienti.
Capita, inoltre, che i venditori rifiutino anche di accettare le carte di pagamento emesse da istituti di credito con sede all’estero.
Tali restrizioni costringono, di fatto, il consumatore a fare acquisti on line solo nel Paese in cui risiede, oltre a vedersi applicare prezzi più elevati per gli stessi beni e servizi a seconda del Paese di residenza. Tutto ciò rischia di minare, tra l’altro, la fiducia del consumatore nel web e, si conseguenza, nel mercato unico digitale.
Inoltre, il geoblocking vere e proprie barriere commerciali che, impedendo la libera circolazione di beni e servizi oltre frontiera, tendono a vanificare i vantaggi apportati dal mercato digitale alla crescita economica ed all’occupazione, danneggiando di fatto il mercato unico europeo.
Il divieto di tali discriminazioni è sancito, infatti, oltre che dallo stesso Trattato della Comunità Europea, anche dalla Direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno - recepita in Italia dal d. lgs. n. 59/2010 -, ai sensi della quale i professionisti devono applicare le medesime condizioni di vendita a tutti i consumatori, a prescindere dalla loro nazionalità ed è vietata qualsiasi discriminazione in tal senso.
La consultazione, che terminerà il prossimo 18 dicembre, ha quindi il compito di fornire alla Commissione informazioni utili all’emanazione di una normativa europea tesa alla crescita del mercato unico digitale e ad aumentare le tutele dei consumatori.
Importante: I consumatori possono segnalare i casi di geoblocking al Centro Europeo Consumatori Italia, che provvederà a contattare il professionista e, qualora lo stesso non ponga fine alla discriminazione, a trasmettere all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, competente in materia, la relativa segnalazione.