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Stato dell’Unione 2021: “Rafforzare l’anima della nostra Unione”

SOTEU 2Si è tenuto mercoledì 15 settembre alle ore 9 il discorso sullo stato dell’Unione (State of the Union, da cui l’acronimo SOTEU), celebre appuntamento annuale in cui il presidente della Commissione europea, dinanzi al Parlamento riunito a Strasburgo in seduta plenaria, illustra le attività svolte durante l’anno e presenta i piani d’azione per il futuro.

L'Europa “ha bisogno di un'anima, di un ideale e della volontà politica di perseguire questo ideale”: citando Robert Schuman, uno degli illustri padri fondatori dell’Unione Europea, la presidente Ursula von der Leyen ha introdotto il suo discorso con un messaggio fortemente positivo, sottolineando quanto la coesione e l’unione delle forze europee abbia pienamente realizzato le parole di Schuman, facendo fronte “alla più ardua crisi planetaria della storia”. Il Green Deal europeo, la campagna vaccinale e il piano NextGeneratioEU hanno rappresentato le più evidenti manifestazioni delle azioni comuni intraprese dai 27 Stati Membri, azioni di cui essere fieri e che rendono concreta la speranza di superare appieno la dura prova che tutti noi siamo ancora chiamati a fronteggiare. Inevitabili i riferimenti alla pandemia che ha stravolto la nostra esistenza e ci ha insegnato “il valore del tempo. Abbiamo capito che il tempo più prezioso è quello dedicato alle persone a cui vogliamo bene”; esperienza drammatica da cui scaturiscono ambiziosi progetti, come la proposta di una nuova strategia europea per l’assistenza affinché “ciascun uomo e ciascuna donna possa beneficiare della migliore assistenza possibile e trovare il miglior equilibrio di vita” o ancora  la proposta di inaugurare il 2022 come anno europeo dei giovani, “un anno dedicato a valorizzare i giovani che si sono tanto sacrificati per gli altri”.

È emersa inoltre l’immagine di un’Europa che vuole e deve essere più strategica e compatta; la presidente ha sottolineato l’esigenza di creare un’unione della difesa in grado di garantire stabilità all’interno e nelle regioni vicine e lontane: “possiamo combinare aspetti militari e civili, diplomazia e sviluppo; abbiamo inoltre grande esperienza nella costruzione e nella protezione della pace”. La von der Leyen ha inoltre menzionato la necessità di occuparsi della difesa cibernetica, poiché “se tutto è collegato, tutto può essere piratato”; è stata dunque manifestata la volontà di introdurre una legge europea sulla “ciberresilienza”, poiché limitarsi ad affrontare le minacce informatiche non è abbastanza, è necessario conquistare un posto di primo piano nella cibersicurezza. È stato inoltre annunciata la volontà di realizzare un piano in grado di conferire all’Europa un ruolo di sovranità tecnologica.

Sul versante sanitario, facendo seguito a quanto dichiarato nel discorso sullo stato dell’unione dello scorso anno, è stato annunciato il progetto di una nuova autorità, HERA, dedicata alla gestione delle emergenze sanitarie. La transizione green, così come quella digitale, ha rappresentato un ulteriore tema chiave; annunciata anche la proposta di un Fondo sociale per il clima e la volontà, naturalmente, di continuare a perseguire l’ambizioso obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.

Infine, una conclusione speciale, motivo di orgoglio per l’Italia; la campionessa paralimpica Beatrice Vio, presente all’evento, è stata assurta a simbolo dalla presidente come simbolo dello spirito dell’Europa di oggi e di domani: “la sua storia è l'emblema di una rinascita contro ogni aspettativa. Di un successo raggiunto grazie al talento, alla tenacia e ad un'indefessa positività. È l'immagine della sua generazione: una leader e una sostenitrice delle cause in cui crede, che è riuscita a raggiungere tutto questo rimanendo fedele alla sua convinzione secondo cui, se sembra impossibile, allora si può fare…

“…questa è l'anima dell'Europa; questo è il futuro dell'Europa. Rendiamola più forte, insieme. Viva l'Europa”.

Il testo completo del discorso sullo stato dell’Unione e i documenti ad esso relativi sono disponibili qui nelle 24 lingue ufficiali dell’Unione Europea.

 

 

 

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