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E-COMMERCE: PRESENTATO UN PACCHETTO DI NUOVE PROPOSTE LEGISLATIVE
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Lo scorso 25 maggio, la Commissione europea ha annunciato un pacchetto di nuove proposte legislative e linee guida in materia di e-commerce, nell’ambito della strategia per il Mercato Unico Digitale.
L’e-commerce ha un’importanza enorme nell’economia europea. Basti pensare che nel 2014 il valore delle vendite ha toccato quota 370 miliardi di euro. A fronte di tale valore, solo il 16% dei consumatori ha acquistato beni o servizi online in un altro paese, mentre ben il 44% ha acquistato online nel proprio Paese. Questo dimostra due cose:
- che solo una piccola minoranza di consumatori è in grado di effettuare degli acquisti online oltre frontiera
- che solo una piccola minoranza si sente tranquilla/tutelata ad effettuare acquisti oltre frontiera.
I problemi che attualmente incontrano i consumatori sono confermati dalla Rete europea ECC-NET: il 68% dei reclami transfrontalieri ricevuti dalla Rete nel 2015 ha riguardato il settore dell’e-commerce ed in particolare:
- il 18% la mancata consegna
- il 15% la mancata chiarezza dei contratti
- il 10% i prodotti difettosi
- il 9% i prodotti non conformi rispetto all’ordine
- il 5% le pratiche commerciali scorrette
- il 5% un aumento del prezzo ingiustificato.
Per rendere gli acquisti online più semplici e più sicuri in tutta l’Unione, la Commissione introduce:
- un nuovo Regolamento sul geo-blocking
- un nuovo Regolamento per ridurre i prezzi ed aumentare efficienza/qualità delle spedizioni transfrontaliere
- la revisione del Regolamento 2006/2004 sulla “Consumer Protection Cooperation” (CPC).
- Nuovo Regolamento sul geo-blocking:
L’obiettivo è quello di porre un freno al geo-blocking ingiustificato ed alla discriminazione dei consumatori basata sul Paese di residenza. Ecco che cosa prevede:
- i consumatori potranno acquistare beni e servizi, compresi i servizi digitali come il “cloud storage” e il “website-hosting” in qualsiasi Paese UE, senza dover pagare una differenza di prezzo dovuta al proprio Paese di residenza e senza essere automaticamente reindirizzato dal venditore verso un sito web di un altro Paese specifico
- i venditori, anche se non saranno obbligati ad effettuare le consegne dei beni nel Paese del consumatore, dovranno tuttavia offrirgli l’opzione di ritirare i prodotti presso un punto di consegna all’interno del Paese del venditore.
IMPORTANTE: Il Regolamento tuttavia non si estenderà ai contenuti digitali (Netflix, e-books, ecc..). Sulla portabilità dei contenuti online digitali, infatti, nel dicembre 2015, la Commissione ha presentato una proposta per un regolamento, che dovrebbe permettere ai consumatori che hanno acquistato un prodotto a contenuto digitale online in un determinato Paese, di portarlo con sé in caso di viaggio nell’Unione.
- Nuovo Regolamento per ridurre i prezzi ed aumentare la qualità delle spedizioni transfrontaliere
L’obiettivo è di aumentare la concorrenza nel mercato degli spedizionieri, rendendo più economiche le spedizioni dei beni attraverso i paesi UE. Attualmente, infatti, i servizi postali nazionali spesso applicano prezzi maggiorati di 3-5 volte alle spedizioni transfrontaliere rispetto allo stesso servizio operato nel mercato nazionale, non sempre giustificate.
La Commissione, quindi, propone che:
- i servizi di consegna dei pacchi debbano fornire informazioni sui costi e sui prezzi alle Autorità di regolazione nazionali e che alcuni di tali dati debbano essere resi pubblici
- gli operatori postali nazionali fornisca a terzi l’accesso ai propri network transfrontalieri, per introdurre maggiore competitività nel mercato.
- Revisione del Regolamento 2006/2004 Consumer Protection Cooperation (CPC)
Quest’ultima proposta della Commissione mira ad affrontare e risolvere la questione riguardante la scarsa fiducia riposta dai consumatori negli acquisti online transfrontalieri. La Commissione ha pertanto pensato di rivedere il Regolamento sulla Consumer Protection Cooperation.
Esso prevede più poteri alle Authority che formano la rete di cooperazione per la tutela del consumatore: dall’adozione ad interim di misure per realizzare dei mistery shopping, alle richieste di risarcimento per i consumatori, fino a sanzioni per violazioni, ad esempio, di campagne online di breve durata e quindi non più in atto.
In tal modo potranno rispondere più velocemente ed in modo decisivo alle violazioni transfrontaliere dei diritti dei consumatori.
I nuovi meccanismi di cooperazione tra le Autorità implicheranno un miglior uso delle informazioni fornite dalla Rete ECC-Net che ben conosce le condizioni del mercato stando a diretto contatto con circa 100 mila consumatori ogni anno. La Rete potrà segnalare le violazioni alle Autorità del CPC, anche se tali segnalazioni non comporteranno un obbligo di intervento.
L’ambito di applicazione del Regolamento del CPC verrà esteso alla nuova proposta legislativa sul geo-blocking, all’articolo 20 della Direttiva Servizi che vieta discriminazione ingiustificate basate sulla nazionalità o residenza del consumatore, alla Direttiva sui conti di pagamento, alla Direttiva sui mutui e ai Regolamenti sui diritti dei passeggeri (Regolamento sull’indicazione dei prezzi, i diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario e quello dei passeggeri disabili o a mobilità ridotta nel trasporto aereo).
- Aggiornamento delle linee guida nell’applicazione della Direttiva sulle pratiche commerciali scorrette.
Insieme al pacchetto sul commercio elettronico, la Commissione sta elaborando anche delle linee-guida su come le Autorità ed i Tribunali devono interpretare la Direttiva sulle pratiche commerciali scorrette in relazione al commercio elettronico.
Ad esempio:
- la piattaforma online che vende beni alla stessa stregua di un “professionista” deve adottare comportamenti conformi alla Direttiva sulle pratiche commerciali sleali
- le piattaforme devono specificare se il venditore è un professionista o un altro consumatore. In quest’ultimo caso, infatti, la Direttiva non è applicabile.
Le linee guida evidenzieranno, inoltre, i principi concordati con gli stakeholder in relazione alle informazioni che gli strumenti di comparazione devono fornire ai consumatori.
Il pacchetto sull’e-commerce dovrà essere presentato al Consiglio, al Parlamento europeo e ai parlamenti nazionali. Solo dopo il confronto fra la Commissione e il Consiglio, le proposte saranno discusse dal Parlamento Europeo fino a trovare un testo condiviso che sarà quello adottato.