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Piattaforme online: le proposte della Commissione per un’Europa digitale più sicura
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A pochi giorni dall’attivazione dello Sportello digitale unico, strumento attraverso cui consumatori e imprese possono facilmente reperire online informazioni e assistenza sulle loro attività e interessi transfrontalieri, il processo di “digitalizzazione europea” riceve un nuovo consistente impulso dalla Commissione, attraverso la proposta di un’ambiziosa riforma dell’impianto normativo relativo alle piattaforme online. Sono ormai trascorsi vari lustri dall’ultimo intervento legislativo in tale ambito; la direttiva sul commercio elettronico è stata, infatti, adottata nel lontano 2000, una data che appare ancor più distante se si pensa alla rapidissima evoluzione del vasto panorama dei servizi digitali accessibili ai consumatori. La Commissione europea ha pertanto ritenuto di dover attualizzare la disciplina esistente attraverso un complesso di nuove regole che andranno a disciplinare una serie di servizi fruibili online, dagli e-shop ai social media, garantendone un accesso libero, ma soprattutto, sicuro.
La proposta nello specifico prevede due atti normativi, il Digital Services Acts (sui servizi digitali) e il Digital Markets Act (relativo ai mercati digitali), con i quali, ha dichiarato il Commissario per il Mercato interno, Thierry Breton in occasione della presentazione della proposta, “…stiamo organizzando il nostro spazio digitale per i prossimi decenni. Tramite norme armonizzate, obblighi ex ante, una migliore sorveglianza, un'applicazione rapida e sanzioni dissuasive provvederemo a garantire sicurezza, fiducia, innovazione e opportunità commerciali a chiunque in Europa offra e utilizzi servizi digitali”.
Il Digital Services Acts, tenuto conto che le piattaforme digitali, pur consentendo un veloce e dinamico scambio transfrontaliero, potrebbero essere utilizzate per veicolare contenuti illegali o poco sicuri, imporrà una serie di obblighi per gli operatori coinvolti e procedure innovative per la rimozione di contenuti illeciti. Saranno, inoltre, previste garanzie per gli utenti i cui contenuti siano stati erroneamente cancellati dalle piattaforme, agevolazioni nell’accesso ai dati per operazioni di ricerca, nuove norme sulla tracciabilità degli utenti commerciali per consentire l’individuazione di venditori di beni e servizi illegali e innovativi processi di cooperazione tra le autorità di enforcement. È infine previsto che le piattaforme che raggiungono più del 10% della popolazione europea, vale a dire più di 45 milioni di utenti, saranno sottoposte a obblighi più stringenti e alla previsione di un meccanismo specifico di sorveglianza.
Il Digital Markets Act avrà invece la funzione essenziale di porre regole più stringenti per quelle piattaforme digitali che, proprio perché ampiamente utilizzate, hanno ormai assunto un ruolo dominante in alcuni settori del mercato. L’esigenza di garantire la concorrenza nel mercato unico e di tutelare gli utenti da eventuali pratiche sleali ha indotto la Commissione a proporre una serie di norme atte ad evitare che tali piattaforme adottino meccanismi volti a limitare la scelta del consumatore e dunque ad influenzarne artatamente le decisioni di acquisto.Il Digital Markets Act si applicherà soprattutto a motori di ricerca, social network e servizi di intermediazione online e introdurrà strumenti di controllo più severi, divieti di pratiche commerciali sleali non individuate dalla normativa previgente, quale l’impedimento per l’utente di eliminare software e programmi preinstallati. L’effettività delle nuove norme verrà presidiata dalla previsione di sanzioni per le piattaforme inadempienti ad alta efficacia deterrente che prevende importi sino al 10% del fatturato.
Gli Stati membri e il Parlamento europeo dovranno a breve discutere le proposte della Commissione e in caso di adozione, il testo definitivo si applicherà direttamente in tutta l’Unione.