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3 Aprile 2025

Diritti dei consumatori nell’UE: il quadro di valutazione del 2025 e le nuove sfide

Consulenza ed assistenza per i consumatori in Europa

diritti dei consumatori

La Commissione europea ha recentemente pubblicato il quadro di valutazione sulle condizioni dei consumatori del 2025 (Consumer Conditions Scoreboard). I dati rivelano che il 68% dei consumatori europei ha fiducia nella sicurezza dei prodotti acquistati, mentre il 70% ritiene che gli operatori economici rispettino i diritti dei consumatori. Tuttavia, persiste il rischio di truffe, recensioni false e pratiche commerciali ingannevoli quando si acquistano beni e servizi online.

Il rapporto, pubblicato ogni due anni, monitora le condizioni dei consumatori nei 27 Stati membri dell’UE, oltre che in Islanda e Norvegia, raccogliendo dati su conoscenza, fiducia, conformità e applicazione delle normative, e su reclami e risoluzione delle controversie. La principale fonte di dati è l’Indagine sulle Condizioni dei Consumatori, integrata con informazioni provenienti da altre fonti, come Eurostat e Safety Gate, per offrire un quadro completo e contestualizzato dei risultati.

Le criticità degli acquisti online

Il Quadro di Valutazione della Commissione UE conferma la continua crescita dell’e-commerce e dell’uso dei servizi digitali da parte dei consumatori europei. Gli acquisti transfrontalieri all’interno dell’UE hanno registrato un aumento significativo dal 2022: nel 2024, oltre un terzo dei consumatori ha acquistato prodotti da un altro Paese dell’UE (35%, rispetto al 27% del 2022), mentre più di un quarto ha effettuato acquisti da Paesi extra-UE (27%, rispetto al 20% del 2022). Complessivamente, la quota di consumatori che acquistano online è salita dal 71% nel 2022 al 76% nel 2024, con un impatto evidente anche sulle vendite al dettaglio. Parallelamente, le importazioni dirette di beni tramite e-commerce sono aumentate in modo significativo: nel 2024 sono stati importati 4,6 miliardi di spedizioni di basso valore (fino a 150 euro), pari a oltre 12 milioni di piccoli articoli al giorno, segnando un incremento senza precedenti.

Tuttavia, lo shopping online non è privo di criticità. Chi acquista sul web ha oltre il 60% di probabilità in più di riscontrare problemi rispetto a chi compra in negozio. Secondo l’Indagine sulle Condizioni dei Consumatori 2024, negli ultimi 12 mesi, più di un quarto degli acquirenti online (26%) ha avuto un problema per cui ha ritenuto necessario presentare un reclamo, contro il 16% di chi ha fatto acquisti in negozio. Le problematiche più comuni, confermate dai dati Eurostat, includono ritardi nella consegna, ricezione di articoli non conformi o danneggiati e difficoltà nella gestione dei reclami. L’aumento delle criticità legate all’e-commerce è evidente inoltre dal numero di richieste gestite dalla rete ECC-Net: nel 2024, i reclami ricevuti sono stati circa 134.000, di cui il 73,4% relativi ad acquisti online. Anche il Centro Europeo Consumatori Italia (CEC Italia) ha registrato un elevato numero di segnalazioni, con i problemi legati alla consegna degli ordini online tra le prime tre cause di reclamo.

Pratiche ingannevoli, frodi e rischi per la privacy

Sebbene lo shopping online offra comodità e accessibilità, il rapporto evidenzia come sia spesso condizionato da pratiche ingannevoli e comporti rischi per la sicurezza. Le informazioni fuorvianti sono sempre più diffuse: secondo l’Indagine sulle Condizioni dei Consumatori 2024, ben il 66% dei partecipanti all’indagine è incappato almeno una volta in recensioni false durante la ricerca di prodotti o servizi online. Una percentuale simile ha segnalato sconti eccessivi, talmente elevati da sembrare poco credibili. La progressiva integrazione del digitale nella vita quotidiana espone inoltre i consumatori a un rischio crescente di frodi online. Nel 2024, il 45% degli intervistati è incorso in pratiche fraudolente, tra cui richieste di denaro per emergenze finanziarie (23%) e tentativi di phishing per il furto di dati personali (21%). Il cambiamento del rapporto aziende-consumatori, inoltre, dovuto a pubblicità online e personalizzazione dei contenuti, genera timori legati a privacy e intrusività, in particolare per la raccolta di dati personali senza consenso e la difficoltà di limitare la pubblicità personalizzata.

Alle criticità evidenziate, si aggiunge la crescente difficoltà per i consumatori di identificare prodotti realmente ecologici. Nel 2024, l’attenzione all’ambiente negli acquisti ha subito un’inflessione a causa dell’aumento del costo della vita e della confusione sulla reale sostenibilità dei prodotti.

I dati della Commissione europea, che delineano questa situazione saranno la base per future iniziative, come l’Agenda dei Consumatori 2025-2030. Le azioni intraprese dalla Commissione sono, infatti, cruciali per garantire una protezione sempre più solida per i consumatori.

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