I cittadini europei beneficiano di normative a tutela dei diritti dei consumatori, che non hanno eguali nel resto del mondo. Tuttavia, tali norme non sempre proteggono i consumatori come sarebbe lecito attendersi.
L’esempio più eclatante è rappresentato dallo scandalo del Dieselgate che, come si ricorderà, ha coinvolto delle case automobilistiche tedesche, le quali hanno “truccato”, con un dispositivo apposito, le emissioni dei gas di scarico delle autovetture di loro produzione durante i test di omologazione, con il risultato che moltissimi consumatori hanno acquistato tali veicoli convinti che fossero “eco-friendly” quando, invece, non rispettavano minimamente i limiti fissati dalle normative ambientali.
Le pratiche commerciali scorrette, per non dire ingannevoli, poste in essere dalle predette case automobilistiche, hanno creato grave nocumento ai consumatori ai quali, di fatto, è stato negato il risarcimento al quale avrebbero avuto diritto.
In questo contesto il “New Deal” proposto della Commissione europea porrà un freno garantendo punizioni esemplari a chi inganna i consumatori.
A tal proposito Věra Jourová, (Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere) ha dichiarato: “In un mondo globalizzato in cui le grandi imprese hanno un enorme vantaggio sui singoli consumatori dobbiamo livellare le disparità. Le azioni rappresentative, nella forma europea, garantiranno più equità per i consumatori – non più lavoro per gli studi legali. E grazie alla possibilità di infliggere sanzioni collegate al volume d’affari annuo dell’impresa, le autorità di tutela dei consumatori avranno a disposizione mezzi più incisivi per colpire chi imbroglia. Imbrogliare non può costare poco”.
L’iter per l’attuazione della proposta richiederà ancora del tempo (discussione in Parlamento e al Consiglio europeo), ma il cammino che porterà al cambiamento è stato intrapreso.
Ecco i punti di forza del “New Deal” che renderà ancora più efficaci i diritti dei consumatori europei.
Maggiori garanzie per chi acquista online
Chi acquista online godrà di una maggiore trasparenza per quanto riguarda l’identificazione del venditore online, ovvero sarà immediatamente possibile verificare se si tratta di un professionista o di un privato, al fine di conoscere subito i diritti spettanti in caso di problemi.
Le piattaforme online dovranno promuovere criteri di trasparenza: nel momento in cui il consumatore effettuerà una ricerca all’interno del sito dovrà avere la possibilità di verificare se il risultato della medesima è stato sponsorizzato o meno da un professionista. Inoltre, ogni piattaforma dovrà specificare i criteri utilizzati per il posizionamento dei risultati.
A ciò si aggiunga che anche i consumatori di servizi digitali gratuiti (es. archiviazione su cloud, social media o posta elettronica) dovranno godere degli stessi diritti previsti per i servizi digitali a pagamento, ovvero diritti d’informazione e possibilità di recedere dal contratto entro 14 giorni.
Nuovi strumenti per far valere i propri diritti e ottenere un risarcimento
Un soggetto legalmente riconosciuto, come ad esempio un’associazione a tutela dei consumatori, potrà presentare ricorso, in nome e per conto, di un gruppo di consumatori, i cui diritti siano stati lesi, sarà quindi possibile promuovere un ricorso collettivo, volto ad ottenere un’azione riparatrice collettiva, in tutti gli Stati appartenenti alla UE.
Differentemente dalle Class Action di stampo statunitense, le azioni giudiziarie collettive potranno essere promosse unicamente da soggetti “no profit” adeguatamente selezionati e sotto il controllo di un’Autorità pubblica, al fine di impedire abusi.
Il “New Deal” eviterà pertanto il ripetersi di situazioni come quelle originate dal Dieselgate, ove i consumatori si sono trovati a dover soccombere di fronte alle pratiche commerciali scorrette poste in essere dai costruttori di auto. In futuro i consumatori avranno diritto a chiedere una riparazione individuale (come ad es. un risarcimento o la risoluzione del contratto) se lesi da pratiche commerciali ingannevoli o aggressive.
Sanzioni efficaci
Le Autorità nazionali a tutela dei consumatori avranno la capacità di imporre sanzioni nei confronti delle aziende che utilizzano pratiche commerciali ingannevoli o scorrette.
Le multe saranno proporzionate al giro d’affari del professionista nel rispettivo Stato membro (fino al 4% del volume d’affari annuo), al fine di incrementare notevolmente l’effetto deterrente.
Contrasto alla differenza di qualità
Tale disposizione è volta a porre fine a quelle pratiche commerciali ingannevoli consistenti nella commercializzazione, nei diversi paesi della UE, di prodotti apparentemente uguali, ma in realtà sostanzialmente diversi. Spesso si tratta di prodotti qualitativamente inferiori, che addirittura vengono venduti ad un prezzo superiore rispetto a quelli “buoni”.
Cambia il diritto di recesso
Il “New Deal” porterà dei vantaggi anche alle imprese, semplificando alcuni oneri a loro carico, relativi all’esercizio del diritto di recesso, quali:
- i consumatori non saranno più autorizzati a restituire i prodotti che hanno già utilizzato, anziché limitarsi alla sola prova;
- il professionista non sarà più tenuto a rimborsare il consumatore prima di aver ricevuto le merci restituite.
Infine, la Commissione prevede l’introduzione di una maggiore flessibilità nelle modalità di comunicazione tra professionisti e consumatori, ad esempio attraverso l’utilizzo di chat o moduli web, il tutto sempre nel rispetto della massima trasparenza, permettendo ai consumatori di conservare la tracciabilità di tutte le comunicazioni.