98,6 miliardi sono i sacchetti di plastica presenti nell’Unione europea e, anche se può sembrare un paradosso, anche le buste di plastica di materiale leggero, quelle con spessore inferiore ai 50 micron, inadatte ad essere sfruttate per contenere la spazzatura, sono inquinanti per l’ambiente e sono assimilabili a rifiuti veri e propri.
Il loro smaltimento, infatti, dura centinaia di anni ed è altamente nocivo soprattutto per l’ambiente marino. Questo handicap, unito al peso contenuto e allo scarso riutilizzo perché meno resistenti, ne determina non solo la loro vasta diffusione, ma anche il loro accumulo, soprattutto nei mari.
Per questo la Commissione europea è corsa ai ripari presentando una proposta di legge, anche tenendo conto del positivo riscontro ottenuto dai cittadini dell’Unione a seguito della consultazione pubblica lanciata nei mesi scorsi.
La proposta, che tecnicamente modifica la direttiva sugli imballaggi, obbliga gli Stati Membri dell’UE ad adottare misure per ridurre il consumo di tali sacchetti, ma lascia liberi gli Stati di scegliere la misura più efficace per il raggiungimento di tale obiettivo.
Ecco alcuni dati sulla diffusione pro-capite dei sacchetti di plastica nei vari Stati membri:
• Danimarca e Finlandia:4 sacchetti a testa
• Polonia, Portogallo e Slovacchia:466 sacchetti a testa
• Italia:181 sacchetti a testa