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Affitti a breve termine: la Commissione propone nuove regole per una maggiore trasparenza
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La locazione a breve termine continua a crescere in tutta l’Unione Europea ed è diventata fondamentale per il mercato del turismo, creando sia opportunità che sfide per quanti affittano un immobile che per coloro che lo concedono in affitto. A tal proposito, il 7 novembre 2022, la Commissione europea ha adottato una proposta di regolamento sia per aumentare e migliorare la trasparenza nel settore degli affitti di alloggi a breve termine che per aiutare le autorità pubbliche a garantire uno sviluppo equilibrato di questa attività nell'ambito della sostenibilità del settore turistico.
La nuova proposta prevede l’introduzione di nuove regole volte a migliorare la trasparenza sia nell'identificazione dei locatori di alloggi a breve termine e delle loro attività sia delle norme che gli stessi sono tenuti a rispettare. Grazie soprattutto allo stimolo prodotto dall'economia delle piattaforme, oggi gli affitti a breve termine rappresentano “circa un quarto di tutta la capacità ricettiva dell'UE e il loro numero è in aumento in tutta l'Europa”. Questa tendenza si è confermata durante la crisi COVID-19 e, infatti, nell’estate del 2020 e in quella del 2021, il numero di prenotazioni di alloggi a breve termine “è stato superiore ai livelli del 2018”. Inoltre, il numero di prenotazioni nel primo semestre del 2022 “è aumentato del 138% rispetto allo stesso periodo del 2021”. La locazione a breve termine offre, dunque, molti vantaggi sia ai locatori che ai turisti, ma suscita anche preoccupazioni per alcune comunità locali che si trovano ad affrontare, per esempio, la mancanza di alloggi a prezzi accessibili.
Ecco perché le nuove regole miglioreranno la raccolta e la condivisione dei dati che provengono dai locatori e dalle piattaforme online. Di conseguenza, ciò sarà utile per l'elaborazione di politiche locali efficaci ad affrontare le sfide e le opportunità legate a tale settore. Oltre a ciò, la nuova proposta aiuterà a prevenire anche le inserzioni illegali e nello specifico:
- apporterà delle modifiche sui sistemi di registrazione, i quali dovranno essere interamente online e di facile utilizzo. Sarà, poi, opportuno richiedere la comunicazione di alcune informazioni pertinenti sui locatori e sui loro immobili;
- chiarirà quelle norme finalizzate a garantire che i numeri di registrazione siano esposti e controllati. Perciò, le piattaforme online faciliteranno per i locatori l'esposizione dei numeri di registrazione sulle loro piattaforme e verificheranno se registrano ed espongono i numeri corretti. In aggiunta, le autorità pubbliche potranno sospendere la validità dei numeri di registrazione e chiedere alle piattaforme di eliminare dagli elenchi i locatori non conformi;
- razionalizzerà la condivisione dei dati tra le piattaforme online e le autorità pubbliche. Ciò significa che le piattaforme online dovranno condividere con le autorità pubbliche i dati relativi al numero dei pernottamenti in affitto e dei locatari una volta al mese, in modo automatizzato;
- consentirà il riutilizzo dei dati, in forma aggregata, i quali saranno utilizzati per le statistiche sul turismo prodotte da Eurostat e confluiranno nel futuro spazio europeo di dati per il turismo. Queste informazioni sosterranno lo sviluppo di servizi innovativi connessi al turismo;
- istituirà un efficace quadro di attuazione: gli Stati membri monitoreranno l'attuazione del quadro di trasparenza e stabiliranno le sanzioni che saranno applicate in caso di violazione degli obblighi del nuovo regolamento.
Secondo la Commissione, la nuova proposta costituisce un'azione chiave del "Percorso di transizione per il turismo", pubblicato nel febbraio 2022 e sarà in grado di integrare alcuni strumenti esistenti, come la normativa sui servizi digitali che disciplina le piattaforme online e le norme della direttiva relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale.
Cosa succederà ora, allora? Innanzitutto, la proposta della Commissione sarà discussa in vista dell'adozione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Dopodiché, una volta adottata ed entrata in vigore, gli Stati membri avranno a disposizione un periodo di due anni entro il quale dovranno istituire i meccanismi necessari per lo scambio di dati.