È probabilmente una delle piattaforme online più conosciute e attraverso cui è possibile acquistare e vendere biglietti di concerti musicali ed altri eventi ed ora, dopo essere stata sanzionata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per pratiche commerciali ingannevoli, è stata denunciata penalmente presso il Ministero pubblico di Ginevra dall’Associazione consumatori FRC (Federazione romanda dei consumatori). All’azienda viene contestata la mancanza di trasparenza delle tariffe dei biglietti; i consumatori, infatti, non conoscono il prezzo finale che aumenta durante la procedura di acquisto in quanto non è chiaro se lo stesso è comprensivo di spese supplementari quali quelle amministrative e di spedizione.
Sia FRC che la SECO, il centro di competenza della Confederazione svizzera per le questioni di politica economica che ha parimenti citato la piattaforma davanti al Tribunale commerciale di Zurigo, contestano a Viagogo un ulteriore pratica commerciale scorretta identificata nella indicazione di una quantità di posti ancora disponibili spesso falsa, facendo credere che lo stock sia quasi esaurito ed esortando aggressivamente a procedere con l’acquisto. I consumatori sono anche oggetto di informazioni ingannevoli riguardo alla identità del professionista il cui sito si presenta come la pagina ufficiale di una manifestazione.
La SECO ha, inoltre, promosso, presso il Tribunale commerciale del canton Berna, un’azione legale nei confronti del portale www.styleluxe.ch, azienda con sede in Danimarca, attiva nella vendita di prodotti cosmetici. Anche alla Luxstyle viene contestata una pratica commerciale scorretta, consistente nella consegna di merce non ordinata dal consumatore. Come nel caso della Viagogo, anche il sito della Luxstyle non riporta l’indicazione corretta del costo finale della merce e delle eventuali spese doganali, di sdoganamento e dell’Iva svizzera. Inoltre, sembrerebbe che i consumatori siano costretti a registrarsi per poter visionare i prodotti venduti ma proprio tale registrazione viene utilizzata dall’azienda per provare l’avvenuto acquisto del prodotto il cui pagamento viene anche sollecitato da società di recupero crediti all’uopo incaricate.
Ricordiamo che l’invio di prodotti non esplicitamente richiesti dal consumatore costituisce una violazione di legge; il Codice del Consumo esonera il consumatore dal pagamento di prodotti e servizi non ordinati e stabilisce altresì che l’eventuale assenza di una risposta da parte del consumatore che riceve una fornitura non richiesta non costituisce un consenso all’acquisto.