Oggi, la Corte di giustizia europea ha emesso un comunicato stampa riguardo la sua recente proposta di riforma del sistema giudiziario europeo, attualmente al vaglio del Parlamento.
Tale proposta è tesa a conferire maggior efficienza al sistema, nell’interesse dei cittadini europei, apportando modifiche strutturali che durino nel tempo. Il tutto si rende necessario a fronte dell’aumento smisurato del numero dei contenziosi e della durata eccessiva degli stessi, circostanze che hanno di fatto reso meno efficiente la macchina della giustizia. Si pensi che nel 2000 le cause presentate al Tribunale furono 398, mentre nel 2014 si è giunti a 912, ed il trend è in continua crescita.
Alcuni interventi sono già stati operati in tal senso, ma l’arretrato è tale che il Tribunale non è in grado, al momento, di farvi fronte.
Tra l’altro, è importante considerare che l’eccessiva durata di un procedimento può configurare la violazione del diritto del cittadino ad essere giudicato entro un termine ragionevole, così come previsto dall’art. 47 della Carta dei diritti fondamentali. Oltre a ciò, si prospetta il rischio per l’UE di essere condannata al risarcimento dei danni, con esborsi di milioni di euro. Ad oggi, sono già 5 i procedimenti pendenti.
Sostanzialmente, la proposta della Corte prevede:
– integrare gradualmente (in tre tappe) l’organico del Tribunale con 21 nuovi giudici, portandoli a 56 nel 2019;
– garantire una maggior coerenza nell’interpretazione normativa nell’ambito delle impugnazioni e, quindi, una maggior uniformità della giurisprudenza, affidando tale compito ad un unico organo giurisdizionale (la Corte di Giustizia);
– maggior flessibilità nell’assegnazione del numero dei giudici a ciascuna sezione del Tribunale, a seconda della mole e dell’importanza del contenzioso.
In questo modo, si spera di smaltire l’attuale arretrato e di predisporre gli strumenti atti ad affrontare in maniera più agevole e fluida tutto il futuro contenzioso, tramite interventi che rimangano nel tempo.
Dato, inoltre, il rischio che i diritti dei cittadini europei vengano effettivamente violati dal costante aggravamento della situazione, oltre al peso che tutto ciò avrebbe sul bilancio dell’Unione, la Corte sottolinea l’urgenza di un intervento in tale senso.
Attendiamo, dunque, l’attuazione della riforma.