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22 Marzo 2022

Data Act, la Commissione europea propone nuove regole sulla condivisione dei dati

Consulenza ed assistenza per i consumatori in Europa

condivisione dei dati

Il processo di terziarizzazione dell’economia, unito all’avanzamento tecnologico dei prodotti, anche quelli di uso comune come gli elettrodomestici di casa, ha portato a generare una moltitudine di dati relativi all’utilizzo, alla tipologia, all’orario di uso di tali elettrodomestici e di molto altro ancora. Tali informazioni sono preziosissime perché consentono di tracciare in modo puntuale il consumatore tipo per ogni fascia di reddito. Essi sono il nuovo “oro nero” e avere la facoltà di accesso e gestione, ossia la compravendita di pacchetti dati, costituisce un’opportunità di business tanto importante da determinare lo sviluppo e la crescita di un intero settore economico.

In un simile contesto, assolutamente imprescindibile è l’esistenza di una normativa puntuale ed esaustiva che metta al centro di questo imponente flusso informativo il consumatore, con le sue esigenze di sicurezza e di fruizione del servizio.

Del resto, i creatori di gran parte di questi dati, attraverso l’uso di dispositivi connessi e servizi digitali, sono proprio i consumatori, che quindi sono i proprietari dei dati stessi e debbono poter mantenere il controllo su come e con chi vengono condivisi. 

Si noti che le informazioni sono di grande utilità per gli stessi consumatori, e non solo per i venditori, poiché fornendo informazioni continuative sul funzionamento del prodotto permettono un costante aggiornamento e miglioramento dello stesso, a tutto beneficio dell’utenza.

Già a novembre scorso, era stato varato il Data Governance Act (legge sulla gestione dei dati) che definiva procedure per migliorare la condivisione dei dati da parte di aziende, privati e settore pubblico. Lo scorso febbraio la Commissione Europea ha proposto un nuovoData Act (legge sui dati)  che chiarisce  a quali condizioni si possa accedere ai dati  generati nell’Unione, in tutti i settori economici.

La posizione che ha assunto la Commissione europea di fronte a tale fenomeno è perciò di rilancio, ma sottoposto ad attenta disciplina organizzativa: si vuole creare il mercato unico europeo dei dati, ma nel pieno rispetto della privacy dei consumatori e del loro potere decisionale sui dati concessi. 

In una nota la vicepresidente Margrethe Vestager afferma “Vogliamo dare ai consumatori e alle aziende un controllo ancora maggiore su ciò che può essere fatto con i loro dati, chiarendo chi può accedere ai dati e a quali condizioni”. 

La porposta della Commissione prevede, infatti, delle azioni per consentire ai consumatori che utilizzano tali dispositivi “smart” interconnessi (ad esempio un frigorifero intelligente, l’auto o la lavatrice “intelligente”) di avere accesso ai dati da loro generati – che fino a questo momento erano raccolti dai produttori – nonché di poterli condividere con soggetti terzi, magari per servizi post-vendita.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione che rende il consumatore soggetto principe del mercato e che spinge decisamente verso l’incremento della concorrenza poiché le aziende saranno in grado di offrire maggiori e migliori servizi; spetterù successivamente a Consiglio e Parlamento adottare una decisione.

La questione centrale è l’accesso e condivisione dei dati raccolti presso i grandi fornitori di servizi cloud, che spesso hanno sede fuori l’Unione Europea, ma che saranno soggetti ad una normativa più stringente. In tale ottica, lo sforzo che il Data Act realizza è quello di impedire che si rafforzino posizioni dominanti e che si vengano a costituire monopoli dei dati presso aziende leader nel settore informatico. Anche per questo le PMI saranno tutelate dal nuovo regolamento poiché nei contratti di acquisto e utilizzo dei dati, saranno impedite clausole vessatorie imposte per posizioni dominante.  Per il commissario all’Industria Thierry Breton con il Data Act “sarà sbloccata una vasta gamma di dati industriali a vantaggio delle imprese, dei consumatori, dei servizi pubblici e della società nel suo insieme. Finora viene utilizzata solo una piccola parte dei dati industriali e il potenziale di crescita e innovazione è enorme. Il Data Act garantirà che i dati industriali siano condivisi, archiviati ed elaborati nel pieno rispetto delle norme europee. Costituirà la pietra angolare di un’economia digitale europea forte, innovativa e sovrana”.

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