Il 4 ottobre 2022, il Consiglio europeo ha approvato in via definitiva il regolamento “Digital Services Act (DSA)” relativo a un mercato unico dei servizi digitali. L’obiettivo è quello di assicurare una maggiore sicurezza online sia agli utenti che alle imprese digitali, proteggendo i diritti fondamentali e consentendo una concorrenza libera e leale nei settori digitali per stimolare l’innovazione e la crescita.
L’approvazione di tale atto ha permesso l’introduzione di nuove regole che definiscono chiare responsabilità per i fornitori di servizi di intermediazione, come i social media, i mercati online, le grandi piattaforme online VLOPs (very large online platforms) e i motori di ricerca molto grandi VLOSEs (very large online search engines). Inoltre, le norme sono concepite in modo asimmetrico, il che significa che i servizi di intermediazione più grandi sono soggetti a regole più rigorose e dovranno, per esempio: offrire agli utenti un sistema di contenuti raccomandati non basato sulla profilazione e analizzare i rischi sistemici che creano, come quelli legati alla diffusione di contenuti illegali, agli effetti negativi sui diritti fondamentali, ai processi elettorali e alla violenza di genere o alla salute mentale. Per di più, le piattaforme – non solo – dovranno essere più trasparenti, ma saranno anche ritenute responsabili per la diffusione di contenuti illegali e dannosi. Nello specifico, il regolamento:
- stabilisce obblighi più cogenti per quanti operano nei mercati online al fine di arrestare la vendita di prodotti e servizi illegali;
- introduce specifiche misure per contrastare i contenuti illegali online insieme all’obbligo per le piattaforme di reagire rapidamente, nel rispetto dei diritti fondamentali;
- protegge maggiormente i minori, vietando alle piattaforme di utilizzare pubblicità basate sull’uso dei dati personali dei più giovani, come definito già dalla legislazione dell’Ue;
- impone alcuni limiti alla presentazione delle pubblicità e all’uso di dati personali (anche inerenti al genere, razza e religione);
- vieta le interfacce finalizzate ad ingannare i consumatori, come i “dark patterns” ossia appunto interfacce grafiche che inducono in maniera subdola l’utente a compiere azioni indesiderate e spesso rischiose, come ad esempio dare il consenso al trattamento dei propri dati personali.
Le motivazioni che hanno portato all’introduzione del nuovo regolamento sono legate alla necessità, riconosciuta dagli Stati membri dell’Ue, di rafforzare, modernizzare e chiarire le norme in materia di servizi digitali al fine di garantire la sicurezza degli utenti online e di consentire alle imprese digitali di svilupparsi. Come sappiamo, negli ultimi anni le tecnologie e i servizi digitali insieme ai modelli di business sono cambiati a un ritmo senza precedenti. Invece, il quadro giuridico europeo in materia di servizi digitali è rimasto invariato dal 2000, anno in cui venne adottata la direttiva sul commercio elettronico. Pertanto, un suo aggiornamento risultava urgente e necessario. Ecco perché nel 2020 è stato presentato alla Commissione europea il pacchetto relativo alla legge sui servizi digitali, il quale comprende sia la legge sui servizi digitali che quella sui mercati digitali.
Con questo pacchetto, dunque, la Commissione ha voluto proporre nuove norme per regolare meglio lo spazio digitale e per garantire agli utenti l’accesso a prodotti e servizi sicuri. Un importante risultato che avvantaggia sia i cittadini sia i fornitori di servizi digitali che gli utenti commerciali di servizi digitali.