È capitato spesso di sentire o leggere che le digital solutions hanno un enorme potenziale per contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra; allo stesso tempo, possono avere a loro volta un forte impatto sull’ambiente. C’è però una novità: la recente relazione del Joint Research Centre “Towards a green and digital future” ha individuato i requisiti chiave che l’Unione Europea dovrebbe soddisfare per assicurarsi che le trasformazioni green e quelle digitali si rafforzino a vicenda.
Entrando nello specifico, la relazione – pubblicata il 29 giugno – ha analizzato come le tecnologie digitali attuali e future potrebbero aiutare l’Ue a raggiungere la neutralità climatica nei prossimi decenni, obiettivo che sappiamo essere fondamentale. I ricercatori hanno esaminato più da vicino i cinque settori che emettono più gas serra all’interno dei paesi europei che sono: agricoltura, edilizia, energia, industrie ad alta intensità energetica, trasporti e mobilità. Dopodiché, hanno elaborato due casi studio per ciascun settore al fine di dimostrare come le tecnologie digitali possono contribuire a renderli più sostenibili. Allo stesso tempo, sono stati presi in considerazione anche i fattori economici, sociali e politici in quanto hanno un’influenza sulle transizioni green e digitali.
Sulla base dei risultati ottenuti dall’ analisi, la relazione è in grado di stabilire i requisiti fondamentali per il successo di entrambi i cambiamenti (green e digitali) dell’Unione europea. Ecco quali soluzioni dovremmo adottare, nei prossimi decenni, per realizzare un’Europa con una neutralità climatica e potenziata dal punto di vista digitale.
Tecnologie affidabili e interoperabili:
Senza dubbio, l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 richiederà sia enormi progressi sul piano dell’innovazione che un ecosistema tecnologico caratterizzato da soluzioni interconnesse. I nuovi elettrodomestici ci aiuteranno, per esempio, a decidere quando caricare la nostra auto o lavare i nostri piatti e vestiti. Affinché questo sistema funzioni, le soluzioni green-digital dovranno però funzionare in modo affidabile e sicuro, oltre ad essere interoperabili cioè in grado di scambiarsi informazioni per poi utilizzarle.
Ridurre al minimo l’impatto ambientale delle tecnologie green-digital:
Come è stato spiegato all’inizio, le tecnologie digitali presentano notevoli oneri climatici e ambientali derivanti sia dal loro utilizzo che dalla loro produzione. I data center, l’intelligenza artificiale e la blockchain utilizzano sempre più maggiori quantità di elettricità, materiali e acqua. Inoltre, queste nuove tecnologie dipendono fortemente dalla disponibilità di risorse naturali poiché la maggior parte dei dispositivi digitali non sono riciclati in quanto molto difficili da reimpiegare. Di conseguenza, quindi, la categoria di rifiuti “eWaste” è quella che sta crescendo più rapidamente. Per garantire che le tecnologie green-digital abbiano un effetto ambientale complessivamente positivo, la ricerca e l’innovazione dovranno ottimizzare le loro prestazioni ambientali per tutto il loro ciclo di vita.
Apertura al cambiamento:
Oltre agli sforzi delle imprese, anche la società può svolgere un ruolo decisivo nel promuovere la transizione green. I cittadini devono, però, esser pronti a cambiare le loro abitudini. Rendere i trasporti più efficienti, rinunciare alla propria macchina, consumare meno carne potrebbero fare una grande differenza. Questi cambiamenti non possono avvenire dall’alto verso il basso. Per questo, servirebbero dibattiti più inclusivi per aumentare la consapevolezza e l’impegno.
Dati disponibili, accessibili e sicuri:
I dati sono essenziali per una società sostenibile e per un’economia circolare. Le imprese, i governi e gli utenti finali devono essere disposti e in grado di condividere i propri dati. In primis, dovrebbero essere informati su come i loro dati contribuiranno a raggiungere quegli obiettivi climatici, ambientali e sociali. Allo stesso tempo, i proprietari dei dati dovrebbero avere la tranquillità di sapere che le loro informazioni vengono utilizzate eticamente grazie a rigorosi requisiti di legge. In questo senso, diventa fondamentale che le norme contribuiscano a proteggere gli utenti finali.
Norme e regolamenti:
Norme, regole e regolamenti giocheranno un ruolo cruciale nel guidare le transizioni verdi e digitali. Essi canalizzeranno gli investimenti in soluzioni green-digital, prevenendo l’abuso del potere di mercato e garantendo lo scambio di informazioni tra le nuove e le vecchie tecnologie. Sarà necessaria anche una coerenza delle politiche tra i diversi settori, regioni e livelli di governo.
Una trasformazione equa e inclusiva:
Per garantire la trasformazione green e digitale, anche le parti più vulnerabili e a basso reddito della società dovranno beneficiarne in modo attivo. Coloro che si trovano ad affrontare la povertà energetica e la mancanza di competenze digitali o connettività sono, chiaramente, in forte svantaggio. Per raggiungere, perciò, una transizione equa e inclusiva, le misure politiche devono essere attente alle specifiche esigenze dei gruppi sociali a basso reddito e vulnerabili.
Mercati che guidano le transizioni
Le nuove tecnologie green-digital e i modelli di business sostenibili sono spesso in concorrenza con quelli già affermati. Ciò significa che la transizione verso un’economia sostenibile e circolare può richiedere un sostegno finanziario e regolamentare speciale. I mercati potrebbero essere la risposta a questo problema in quanto seguono rigorosi standard green e internalizzano i costi ambientali e sociali dell’inquinamento o delle emissioni. Ciò significherebbe che tutti gli attori del mercato hanno un incentivo a ragionare a lungo termine, investendo in tecnologie green-digital ed evitando soluzioni che non hanno un futuro in un’Europa più sostenibile.